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maschere grottesche
COME FAR APPARIRE I DEMONI
L
'evocazione demoniaca


Detta così sembra una cosa alla Herry Potter eppure nel coso dei secoli tanti maghi seri e famosi, alcuni dei quali si trovano nella lista dei ritratti di Bethelux dedicata agli esoterici che han fatto la storia della magia ( approfondisci ), si sono cimentati nell'arte evocatoria degli oscuri servitori di Satana.
Ma non è un gioco evocare queste entità diaboliche anche perché in un uomo non equilibrato scatta quel meccanismo misterioso sempre in agguato chiamato "suggestione" e che può far scivolare l'evocatore sprovveduto nel baratro della demenza, spesso non per qualcosa di reale, ma il più delle volte per qualcosa di paventato e temuto. La disciplina in cui rientra questo tipo di arte evocatoria si chiama GOETIA che tradotto significa STREGONERIA anche se non ha nullaa che vedere con la stregoneria vera e propria.
La goetia ( che si legge goezia ma oramai lo sanno tutti ) significa anche urlo in quanto si rifà alle grida che l'evocatore emette per far apparire il demone ... Nel medioevo questo tipo di pratiche erano molto in voga e quasi tutti credevano che fosse possibile richiamare questi esseri, compresa la chiesa, che sulla base di questa diceria scatenò l'ignobile epidemia isterica chiamata inquisizione.
Era credenza comune che evocare il maligno fosse anche una cosa assai semplice e alla portata di tutti. Ma non è proprio così.
L
a cerimonia evocatoria è sinistra, blasfema, estrema e complessa.
In genere si svolge in luoghi cupi e oscurii, isolati e basterebbe anche solo questo per far scattare la suggestione e l'agitazione nei partecipanti.
Anche se in fondo lo scopo è proprio questo: raggiungere uno stato di esaltazione mentale anche se, così facendo, la certezza finale di aver evocato un vero demone piuttosto che essere usciti usciti di senno inevitabilmente sfugge. Torniamo al luogo della cerimonia. Si propende spesso per un cimitero, le rovine di antiche abitazioni, i ruderi di chiese sconsacrate, per fare degli esempi. L'importante è che il luogo sia isolato e non frequentato. Nei testi più antichi trattanti le pratiche evocatorie si fa riferimento alla bardatura dell'officiante che indossa una lunga veste di colore nero e, in testa, porta una calotta di piombo ( non è salutare e assolutamente da non emulare ).
In mano reca una bacchetta di nocciolo con sopra incise i sacri nomi di dio in ebraico.
A terra doveva essere tracciato un circolo protettivo ( utile per difendersi dalle imprevedibili reazioni dell'essere ) a volte assai complicato da creare in quanto comprendeva lettere e simboli strani ma appropriati. Cosa secondo me ripugnante occorreva anche un animale da sacrificare nel corso della cerimonia per richiamare la Bestia attratta dal sangue del povero gatto, gallo o cane macellato sul momento. Per tante streghe la natura è sacra, fonte di energia universale e quindi tutto questo appare più terribile rispetto all'apparizione di un demone. L'operatore, con il corpo spalmato di un magico unguento, ulteriore corazza protettiva, pronuncia ad alta voce la formula di evocazione il più delle volte leggendola da un libro appoggiato su un leggio. E a quel punto il demonio appare al di fuori del circolo e con la bacchetta il mago lo riduce all'obbedienza. Tanto per fare un nome famoso, il terribile Gilles de Rais compagno d'arme di Giovanna d'Arco si dice che si dedicasse a queste attività dal 1426 sino al 1440. Ad assisterlo nelle cerimonie vi era un prete e un alchimista. Si mormora anche che nel corso delle cerimonie, invece che di malcapitati animali, si preferisse persino sacrificare dei bambini appena nati.
Spesso poi, qualcuno che partecipava a queste sedute, così come viene riportato dalle cronache del tempo, a fine cerimonia qualcuno si suicidava in preda a squilibri mentali ( si torna al discorso della labilità della mente umana altamente suggestionabile e impressionabile ). Queste pratiche sembra fossero all'ordine del giorno presso i feudatari e che persino Enrico III avesse al suo servizio un demone chiamato Terragon.
Il grimorio più antico che si conosca che contiene le evocazioni di tutti gli spiriti e di tutte le entità di ogni genere è la famosa Chiave o clavicola di re Salomone, libro che iniziò a circolare a partire dal XII secolo e subito fu messa all'indice, censurato oltre che scomunicato dalla Chiesa, inserendola nella lista dei libri proibiti, smembrandolo e disperdendolo in varie lingue, a partire dall'ebraico originale, affinché nessuno potesse capirci più nulla. Nel 2005 ricordo che mi imbarcai in una ricerca per ritrovarne i vari pezzi perduti e per tentare di ricostruire il Puzzle e ricreare questo testo non nella sua completezza ( tante parti sono svanite nel nulla ) ma per lo meno per cercare di ricompattarlo al suo 80/90%. Ne risultò un'opera di tutto rispetto che si intitola LA VERA CLAVICOLA E IL TESTAMENTO DI RE SALOMONE consegnata nelle mani del figlio Roboamo metafora di tutti gli adepti o iniziati.
Si trova oggi qui su Bethelux in Magia in PDF FREE nella sezione arte talismanca. La maledizione che si dice sia appiccicata su questo libro comunque non è del tutto svanita, se ci si vuol credere. La mia casa editrice è chiusa ormai da tempo e copie superstiti di questo libro non ce ne sono più in circolazione, si trovano solo tra le mani di quelli che a suo tempo lo acquistarono e per fortuna anche nelle mie perché dopo tanta fatica era un peccato non averne memoria.
Per chi vuole farsi una idiea di queste pratiche evocatorie può documentarsi e cercare nei testi come Il libro di Honorio, considerato di magia pseudo-Salomonica; nel Il Gran Grimoire; nel Grimorium Verum e nelle pubblicazioni di Crowley.





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