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Rennes-Le-Château, un segreto che sopravvive


Don Berenger Saunière
(1852-1917)


Et in Arcadia Ego

Torre Magdala

Cimitero


asmodeo
Rennes-Le-Château
Il palcoscenico di questa storia si trova su una collina del dipartimento dell’Aude, nella Linguadoca francese quando, nel 1885, don Berenger Sauniere diviene parroco del piccolo villaggio. Lui è molto povero e decide di fare una colletta per poter iniziare i lavori di restauro della sua nuova chiesa dedicata alla Maddalena dato che versava in condizioni veramente pietose. Raggranellata una discreta somma arruola pochi operai e inizia i lavori. Per prima cosa vennero tolte le vecchie e logore pistrelle del pavimento della chiesa e li sotto, il parroco rinviene un paiolo contenente degi oggetti che, secondo gli operai, sembravano molto preziosi. Tra questi c'erano persino delle luccicanti monete d'oro.
Saunière smentì subito gli operai dicendo invece che quelle monete erano semplicemente alcune medagliette raffiguranti la Madonna di Lourdes e che gli altri oggetti erano solo cianfrusaglie senza valore. Eppure nello stesso anno Saunière regalò all'abate Grassaud, curato d’Amélie les Bains, un calice in argento dorato, sul quale vi era inciso: "ECCE PANIS ANGELORUM FACTUS CIBUS VIATORUM". Alla base c'erano i simboli dei quattro Evangelisti e più sopra Gesù, S. Giuseppe ed un'altra immagine femminile non ben indentificata, forse una santa. I lavori all'interno della chiesa continuavano e con essi le sorprese. L'altare era costituito da una lastra di marmo posta tra due colonne e in una di queste colonne vennero rinvenuti dei manoscritti e dei documenti tra cui l'albero genealogico di Dagobert II dal 681 al 1244 e dal 1200 al 1644 con allegato il testamento redatto nel 1644 da François Pierre, barone d'Hautpoul, marchese di Blacheford e signore di Rennes-le-Château. Nel testamento si parlava di un segreto di Stato. Vennero ritrovati anche dei testi codificati dei Vangeli (il vangelo di San Giovanni dove è indicato che Gesù si reca a Bethania da Lazzaro e Maria che gli unge i piedi con l'unguento e glieli asciuga con i capelli (XII, 1-11) ed alcuni versetti, quelli dove Gesù rispose ai Farisei che gli avevano fatto presente che i suoi discepoli stavano cogliendo spighe di sabato perché avevano fame: "...il Figlio dell'uomo è signore del sabato" (Luca VI, 1-5; Matteo XII, 1-8 e Marco II, 23-28). Su questa colonna visigota, nella quale furono trovati tali documenti, Saunière fece incidere "PENITENCE-PENITENCE" e "MISSION 1891" e sopra di essa collocò una statua della Madonna di Lourdes.
Il giorno dopo il rinvenimento dei manoscritti fu sollevata una lastra di pietra e si capì subito che era stata posta al contrario, con la faccia rivolta verso il basso. Saunière la fece rivoltare e si accorse che la lastra era composta da due pannelli scolpiti, su uno vi era un personaggio a cavallo che suonava un corno, sull'altro invece vi era un cavallo condotto da due cavalieri. Forse un riferimento ai cavalieri Templari? Sotto la lapide c'era l'ingresso della tomba della famiglia d'Hautpoul. Saunière trovò in questa cripta la vera tomba della marchesa d'Hautpoul, Marie de Nègri d'Ablès, che in punto di morte aveva lasciato all'allora curato di Rennes-Le-Château, Antoine Bigou, in confessione, un segreto di famiglia, che doveva essere tramandato. La marchesa era morta il 17 gennaio 1781 ed il curato Bigou aveva collocare sulla sua tomba, dieci anni dopo nel 1791, una lapide proveniente da un'altra tomba che si trovava ad Arques. Probabilmente fu questo che fece capire a Saunière che nella tomba della marchesa, che si trovava nel cimitero, non si trovavano in realtà i resti della marchesa stessa ma che molto probabilmente, in quella fossa, era stato sepolto qualcos'altro.
Questa lastra era stata posata da Bigou nel 1791 e trovata poi da Saunière dopo il 1885 durante i lavori di ristrutturazione; però nel libro "Le pietre incise della Linguadoca" di Eugene Stublein, pubblicato nel 1884, quella pietra era già stata descritta. Nello stesso libro veniva indicata anche la lapide della Marchesa d'Hautpoul-Blanchefort. Come poteva Stublein, nel 1884, conoscere la lapide dei Cavalieri, se Bigou, nel 1781, l'aveva fatta collocare con le figure scolpite rivolte verso il pavimento e Saunière l'aveva rinvenuta solo dopo il 1885 durante i lavori di restauro della chiesa? E quale era la fonte da cui Stublein aveva tratto le informazioni per il suo libro? L'ipotesi mossa fu che si trattava di una fonte certamente antecedente al 1781 e che chi l'aveva riportata doveva di sicuro aver visto la lapide e quindi la tomba di Sigibert IV. (La pietra tombale di SIGIBERT IV si trovava nella chiesa Santa Maddalena di RENNES-LE-CHÂTEAU e oggi è al museo delle lapidi di CARCASSONNE). A questo punto Saunière sospese i lavori.
Saunière incontra il curato Gélis, l'abate Carrière e l'abate Cros e riceve la visita di alcuni confratelli. Successivamente Saunière si recò da Mons. Felix Billard, vescovo di Carcassonne. Allo stesso riferì della scoperta. Glielo riferì non solo perchè era un suo superiore ma soprattutto, forse, perchè Billard faceva parte di un famoso Ordine, che si perdeva nella notte dei tempi e al quale entrambi appartenevano. Il vescovo lo autorizzò, allora, ad andare a Parigi per far decifrare i manoscritti dagli esperti ecclesiastici. Saunière rimase in quella città tre settimane invece dei 5 giorni autorizzati. Egli si recò direttamente al S. Sulpice dove era direttore l'abate Biel. Qui conobbe il giovane Emile Hoffet che lo introdusse in circoli culturali ed artistici. Saunière, quando partì per Parigi, sapeva a chi rivolgersi; era stato indirizzato da persone fidate a cui poteva affidare le pergamene o copie delle stesse; non lo avrebbe mai fatto se non fosse stato sicuro dei suoi interlocutori visto il valore delle pergamene che aveva dissepolto dalla chiesa.
Anche il giovane Emile Hoffet era una persona di fiducia, forse faceva parte dello stesso Ordine di Billard. I manoscritti vennero decifrati. Una copia degli stessi e dell'albero genealogico rimasero ad Hoffet. La biblioteca dell'abate Hoffet, alla sua morte, fu acquistata dalla "Lingue de la Librairie ancienne". E da quel momento il parroco iniziò ad arricchirsi oltre ogni immaginazione. Saunière a Parigi acquistò anche delle riproduzioni di quadri: la tentazione di S.Antonio di Teniers, i pastori d'Arcadia di Nicola Poussin (3 pastori ed una pastorella che osservano una tomba con su inciso: "ET IN ARCADIA EGO) tela realizzata intorno al 1640; il sarcofago esisteva veramente a poca distanza da Rennes-le-Chateau, e sebbene, in teoria, Poussin non si fosse mai recato da quelle parti, anche il paesaggio dello sfondo del quadro sembrava coincidere con quello reale ed un ritratto di Papa Celestino V. Saunière, prima di rientrare a Rennes, informò anche il suo vescovo della evoluzione delle cose e poi fece riprendere i lavori con grande spiegamento di mezzi, il denaro cominciò a scorrere a fiumi: il sacerdote sembrava possederne in quantità illimitata.
la tentazione di Sant'Antonio di Teniers

Cominciò a compiere lunghe esplorazioni nei luoghi circostanti si incontrò con la famiglia di Marie Dénarnaud, che diventò la sua governante. Chiese ed ottenne dal comune di utilizzare un terreno di fronte la chiesa, dove fece realizzare una grotta nella quale costruì un calvario. Saunière vi fece incidere la seguente iscrizione: "Chistus A.O.M.P.S. Defendit". Su questa iscrizione sono state fatte tante ipotesi. Alcuni leggono: "CHRISTUS ANTIQUUS ORDO MYSTICUSQUE PRIORATUS SIONUS DEFENDIT" (Che Cristo difenda l'antico ordine mistico del Priorato di Sion). Altri invece sostengono che è una invocazione rivolta a Dio affinché protegga tutti gli uomini: "CRISTUS AB OMNI MALO POPULUM SUUM DEFENDIT" (che Cristo difenda il suo popolo da ogni male). Quell' invocazione era composta da sole lettere perchè nessuno doveva sapere, solo lui e pochi altri, quale fosse il suo vero significato. Saunière fece anche costruire davanti al cimitero una porta, sulla quale fece mettere un teschio con 22 denti ed ossa in metallo incrociate, simbolo templare, ed una struttura che gli abitanti chiamavano "biblioteca" che fu però distrutta da un incendio il 14/7/1895. Per qualche tempo Saunière abitò in questa struttura e di notte faceva scavi nel cimitero. A tal proposito, Marie Dénarnaud ebbe a dichiarare che erano stati sorpresi mentre stavano aprendo una tomba. Il Municipio protestò per quello che Saunière stava facendo. Nel cimitero Saunière trovò la tomba della contessa d'Hautpol-Blanchefort. Aveva letto quello che c'era sulla lapide e lo aveva cancellato. Non sapeva che quella iscrizione qualcuno l'aveva già copiata. Sulla lapide figura l'anno di morte in lettere romane, ma al posto della seconda "C" viene incisa una "O" (MDC O LXXI invece di MDCCLXXI). Marie Dénarnaud dichiarò successivamente che avevano aperto una tomba senza però chiarirne lo scopo e senza rivelare che cosa facessero nel cimitero oltre a leggere le iscrizioni sulle tombe. Il 6 luglio del 1897 la chiesa, sulla cui facciata, Saunière aveva fatto incidere: "Questo è un luogo terribile", viene inaugurata e per due anni Saunière si assenterà spesso ed in modo sistematico da Rennes-Le-Château. Ricevette per due volte la visita di Jean-Stephane d'Hasbourg, che gli abitanti di Rennes conoscevano come signor Guillame. Jean-Stephane d'Hasbourg era il tramite di qualche misterioso personaggio che aveva molto interesse alle ricerche di Saunière. Insieme avevano aperto dei conti in una banca svizzera. E se Jean-Stephane d'Hasbourg conosceva l'esistenza dei documenti e di un "segreto", certamente anche lui faceva parte di quell'Ordine a cui apparteneva il vescovo Billard e lo stesso Saunière che nel 1900 acquistò 6 terreni e li intestò a Marie Dénarnaud. Costruì inoltre la Villa Bethania, che, dopo la sua morte, sarebbe dovuta diventare casa di riposo per i preti della diocesi. All'interno fece costruire una cappella personale, per avere la possibilità di dire messa. All'ingresso principale troneggia una statua del Cristo, al di sopra la scritta "Villa Bethanie". Fu costruita una cisterna che alimentava una fontana a beneficio della popolazione.
Fece costruire una strada di collegamento per Rennes ma, soprattutto, si dedicò all'edificazione della Torre Magdala. L'aveva ideata per ospitare il suo studio e la biblioteca, aveva curato i lavori nei minimi particolari e qui iniziò a collezionare francobolli e cartoline.
All'ingresso della torre era stata posta la scritta "Magdala", ma la "M" somiglia ad una "Omega" capovolta; nelle iscrizioni di Saunière si troveranno spesso lettere capovolte.
I lavori alla torre durarono 8 anni. Molte personalità andarono a trovare Saunière; fra queste anche un massone, Henri Charles Etienne Dujardin-Beaumetz, della loggia "La Clémente Amitié". E' probabile che Saunière fosse stato iniziato in quella Loggia.
Furono quindi svolte delle indagini su di lui e sul suo operato per scoprire da dove arrivasse tanto denaro visto che Saunière, quando si era insediato al villaggio, era così povero da non avere nemmeno il denaro per andare avanti.
Nel 1911 il vescovo, successore di Billard, non trovando altra motivazione, accusò Saunière di traffico di messe e lo sospese. Saunière fece appello a Roma e venne difeso dal canonico Huguet. Riabilitato, l'11 aprile 1915 viene definitivamente sospeso, in quanto continuava a rifiutarsi di dare spiegazioni persino a Roma. Gli fecero sapere che sarebbero stati clementi con lui, se avesse fatto ammenda e spiegato tutto, ma Saunière non lo fece mai. Il 5 gennaio 1917 decise di iniziare un'altra costruzione: una torre di 60 metri. Un preventivo è datato 12 gennaio 1917. Lo stesso giorno ebbe un malore mentre si trovava nella Torre Magdala. Ebbe paura. Il 17 gennaio 1917 fece chiamare l'abate Riviere per confessarsi. La confessione durò molto però non ricevette l'assoluzione. Saunière non aveva realmente avuto l'intenzione di confessarsi ma bensì voleva trasferire il suo segreto. Ma Riviere non capì o non volle capire. Saunière morirà, per una emorragia cerebrale, il 22/1/1917. Sulla sua tomba è riportata la scritta INRI (Gesù Nazzareno re dei Giudei); anche in questo caso vi è una lettera capovolta: la "N". Ma mentre la "M" di Madgala era stata fatta scrivere da Saunière, qualcun altro diede ordine di incidere la "N" in quel modo sulla sua tomba. Messaggio o errore? La "N" che vuol dire Nazareth, al rovescio è da interpretare come Hterazan, che in ebraico significa "HA TE RATZ AN" (dove è la misteriosa camera?). Quindi il Gesù Nazareno re dei Giudei diventerebbe: "Io so dove è la camera misteriosa del Re dei Giudei". Volevano far capire in moto fumoso che il corpo del Cristo si trovava
Rennes-Le-Château? Marie Denardaud era forse l'unica che fosse a conoscenza del segreto del parroco. In vecchiaia fù assistita da un certo Noel Corbu al quale ella promise che, prima di morire, gli avrebbe rivelato cose che lo avrebbero fatto diventare ricchissimo e molto potente.
Nel 1953 Marie Denardaud ebbe un ictus che le fece perdere la parola e le paralizzò entrambe le braccia. Corbù, anche se aveva fatto in tempo ad ascoltare quel segreto, non ebbe modo di sfruttarlo poiché, poco dopo la morte della Denardaud, anche egli perì tragicamente in un terribile incidente d’auto. Un velo nero di morte discere così sul "segreto".
Ovviamente questo è un sunto dei fatti che si dice siano accaduti in quel luogo. La storia è estremamente lunga ma basta a capire che è decisamente intricata. Degna di una scneggiatura da film. Infatti molti dicono ancora che il famoso sia tutto totalmente inventato per far venire turisti in quel posto spertudo dove praticamente non veniva mai nemmeno un cane ... scusate la battuta.
 
PUBBLICAZIONI E IPOTESI
Henry Lincoln, Michael Baigent e Richard Leigh nel loro libro "The Holy Blood and The Holy Grall" (1982), tradotto nell’edizione italiana col titolo: "Il santo Graal", sostennero l’ipotesi che Gesù non era morto sulla croce ma, grazie all’aiuto dei suoi discepoli, riuscì a farsi credere morto e a scappare nel sud della Francia, dove si sposò con Maria Maddalena e visse fino all'età di 74 anni. Alla sua morte fu seppellito a Rennes-le-Château. Partendo dalle pergamene e dal quadro di Poussin, decrittando codici segreti dapprima elementari e poi sempre più complessi, Henry Lincoln avrebbe scoperto, tutto intorno a Rennes-le-Chateau, le coordinate di una vasta serie di luoghi sacri collegati tra loro da lunghi "leys".

Egli dimostra come questi primi luoghi siano allineati ad altri, e questi ad altri ancora, fino a formare un pentacolo perfetto, un immensa stella a dieci punte perfettamente regolari con al centro il sito di Coustlaussa.
Questo vasto territorio costituirebbe un immenso luogo sacro, un incredibile tempio alla Grande Madre elevato dagli stessi misteriosi costruttori del Neolitico che, in scala di gran lunga minore, avevano edificato Stonehenge, Avebury e altri siti megalitici d'Europa.
Richard Andrews e Paul Schellenberger nel loro libro "The Tomb of God" (1996), tradotto in italiano col titolo: "Alla ricerca del sepolcro", si dicono certi di aver localizzato la tomba di Cristo. Essa si troverebbe vicino a Rennes, precisamente sul monte Cardou. Etimologicamente, Cardou dovrebbe essere, secondo Andrews e Schellenberger, la contrazione di "corps de Dieu" (corpo di Dio). Saunière forse si era arricchito ricattando la Chiesa di Roma, minacciando di rendere pubblica la scoperta che Gesù non era morto come la tradizione insegna, ma che era sopravvissuto alla crocifissione, si era sposato e aveva anche avuto dei figli dai quali sarebbe iniziata la dinastia francese dei Merovingi considerati i diretti eredi di Gesù. Il Graal, a questo punto, etimologicamente, verrebbe da "San Graal" errata copiatura di "Sang Real", il Sangue Reale di Cristo, designante la dinastia merovingia. Berenger Saunière era in contatto con riservatissimi circoli ermetici e molti simbolismi nella chiesa parrocchiale lo dimostrerebbero. Vi è poi la statua del diavolo Asmodeo che, secondo la tradizione, vigilava sul tesoro. Egli regge l’acquasantiera e sopra si possono osservare quattro angeli che si segnano con la croce. E’ il simbolo degli antichi quattro elementi (Terra, Acqua, Fuoco e Aria).
Luoghi, questi di Rennes-le-Château e limitrofi, appaiono assai sinistri. Qualcuno li a descritti prlando anche di presenze infernali che impregnano l'area. In tutta la zona, da secoli, erano ampiamente diffusi riti e culti satanici e numerose vestigia restano a testimonianza delle apparizioni del maligno. Così si dice. Il sacerdote aveva risolto un complicato codice che coinvolgeva, oltre alle pergamene, il quadro di Poussin, giungendo così al nascondiglio di un tesoro maledetto. Le ragioni del sinistro attributo non sono perfettamente chiare, ma giustificano la frase "Terribilis est locus iste". Le misteriose carte rinvenute dal parroco Berenger Saunière nell'altare della chiesa di Rennes-Le-Chateau sarebbero state il punto di partenza per il ritrovamento di altri documenti i quali proverebbero che i Merovingi, eredi diretti di Cristo, non si sono estinti ma sono ancora presenti e protetti da un'antica società iniziatica denominata Il "Priorato di Sion", il cui scopo è ripristinare la monarchia.
La faccenda risulta così torbida ed intricata da sembrare finta. Ma certo forse era proprio questo lo scopo originale. Nascondere una pietra preziosa "reale" in mezzo a un mucchio di ciottoli falsi.





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