L’ANIMA
DI MEL POOL n. v.
di Casula Gianluca
Parte 1
Ero in vacanza con dei miei amici in un’ex caserma militare, che poi
col passare del tempo divenne un albergo di lusso, la mia stanza era
proprio nel piano superiore, da li si poteva scorgere la soffitta,
quella soffitta rimasta chiusa da anni cosi’ almeno io credevo … finche
un giorno, incontrammo due ragazzi che abitavano nelle vicinanze
dell’albergo dove
noi alloggiavamo e loro ci raccontarono che l’anno passato, una bambina
di nome Mel Pool ,era venuta un paio di giorni con i suoi genitori per
trascorrere un weekend felice.
Pero' i suoi genitori non le volevano
bene e il loro matrimonio era solo di affari e tra di loro non c’era un
vero legame di affetto, cosi decise di suicidarsi proprio in
quell’albergo, per specificare si impicco nella soffitta, ci dissero anche in un certo orario ben preciso.
Il suo spirito vagava ancora in quelle stanze di quell’albergo in cerca
di un amico con cui giocare e che poco tempo addietro un cameriere si
era sentito male perché aveva visto, seduta nella poltrona
dell’ingresso, una bambina con un abito grigio e dei capelli fini
biondi. Veniva fissato con uno sguardo gelido e pieno di odio e gli
faceva cenno di andare insieme a lei chissà forse per sempre. Alcuni
di quei ragazzi ci raccontarono che nel periodo in cui l’albergo era
ancora una caserma, in una sala dove si riunivano i militari c’è appeso
ad una parete oscura una foto di una bambina di sette anni circa che sicuramente è la foto di Mel. Alcuni dei miei
amici avevano già visto la foto perché si alzarono la mattina presto ed
andarono a spiare dalla finestrella io dormivo ancora per la stanchezza
subita il giorno prima. Verso il pomeriggio andammo a fare una piccola gita tutti insieme
,giusto per uscire da quell’albergo, anche se era a due stelle aveva
una gran puzza di chiuso! Al ritorno mi distesi nel letto i miei compagni di stanza fecero
altrettanto ,la curiosità era più forte di me dovevo vedere la foto
della piccola Mel ,gli altri non si accorsero della mia mancanza andai
dietro l’albergo e vidi in mezzo ad un folto cespuglio, una finestrella
con delle sbarre arrugginite e capii che era ciò che stavo cercando.
Sbirciai e vidi tante sedie nere ed una cattedra iniziale, della
polvere mi fece starnutire, si sentii il rimbombo in tutta la stanza
che sembrava una palestra, cominciai a cercare la foto della bambina.
C’erano tanti quadri ben messi ma non si capiva l’immagine che
raffiguravano, riuscii a capire che una immagine sembrava un
maresciallo con dei lunghi baffi neri ed un cappello sulla testa,
ormai era deciso non avrei mai avuto l’occasione di vedere la foto
della piccola Mel ,me ne stavo per andare quando una ventata d’aria
fredda mi andò in contro facendomi venire i brividi, controllai
all’interno della
stanza per l’ultima volta quando vidi un lumicino accendersi nel fondo
della stanza, la piccola luce oscillava sospesa nell’aria avvicinandosi
sempre di più a me ,la luce era una piccola candela rossa che viene
usata nei cimiteri ,era mezza sciolta e aveva una piccola immagine di
un santo, vicino alla candela non vidi nulla. Ero piuttosto spaventato
ma feci resistenza ,la candelina si era
avvicinata a me ,all’improvviso sentii un sospiro sopra la mia testa,
alzai lo sguardo al soffitto, il lumicino scomparve improvvisamente
tenendomi al buio… vidi davanti a me un quadro mal ridotto con
l’immagine di Mel che mi fissava il suo sguardo sembrava serio e
portava un fiocchetto rosso, il quadro stava immobile e dietro di lei
c’erano due o tre persone ,erano mingherline e mal ridotte capii che
erano morti. Improvvisamente il quadro cadde per terra rompendosi in
mille pezzi ed io corsi verso la mia stanza in preda al panico.
Parte 2
Dopo
l’accaduto spiegai tutto al mio
compagno di stanza che sorrideva
coprendosi il viso, sapevo che non ci avrebbe creduto ,mi misi a letto,
fuori pioveva a dirotto ed ironia della sorte il mio letto era davanti
alla finestra e mettendo la mano sotto il cuscino trovai un fiocchetto
rosso ,simbolo della presenza di Mel. Io pensavo che fosse uno scherzo
per far spaventare dei tredicenni ,invece proprio in quella stessa
notte
sognai Mel che mi veniva in contro prendendomi il fiocchetto rosso
dalle mani e facendo un sorriso se ne andò per poi scomparire nel
nulla. Mi svegliai di soprassalto il fiocchetto rosso che avevo in mano
non
c’era più,passata circa un’ora sentii degli strani rumori di catene.
Pian piano si svegliarono tutti i miei compagni di stanza,uscimmo dalla
camera per vedere anche altra gente era uscita fuori dalla propria
stanza ,con nostro stupore vedemmo la botola della soffitta aprendosi e
subito dopo chiudersi, sentivamo il rimbalzo di una palla e delle
catene che strisciavano sul suolo ed un continuo ticchettio d’acqua ed
una fragile vocina canticchiare una melodia dal tono triste.
Marco il mio compagno di stanza era bianco dalla paura ,io avevo le
gambe molli ,alcune bambine si misero a piangere.
I miei occhi caddero
sulle scale che portavano alla soffitta e stavo già per fare il primo
passo quando vidi una scritta insanguinata: 25-06-1989, fatemi morire.
Quella data corrispondeva al giorno della mia nascita mi bloccai di
colpo, poi si senti un
improvviso pianto da sopra la soffitta ,dopodiché silenzio, entrarono
tutti nelle proprie stanze mentre mi riaddormentavo sentii prendere in
giro Mel dalla stanza a fianco,erano i nostri amici che si erano divisi
in una seconda stanza. La pioggia cessò, lasciando un silenzio tombale
forse anche troppo silenzio … dopo due minuti circa si alzò una fitta
nebbia, i ragazzi della stanza a fianco smisero di prendere in giro Mel
sicuramente si erano addormentati. Il giorno dopo dovevamo andare via
da quell’albergo i ragazzi della stanza a fianco non si fecero sentire,
perché erano scomparsi o meglio solo coloro che avevano preso in giro
Mel, i ragazzi vennero trovati impiccati in un alberello in mezzo al
bosco,uno di nome Roberto che aveva abitudine di prendere in giro
chiunque incontrava davanti a se, persino me che gli ero amico, non
venne più ritrovato … io naturalmente me ne andai via insieme ai miei
genitori, i miei genitori fecero fatica a crederci.
Durante il ritorno a casa aprii lo
zaino con all’interno i miei bagagli ,volevo controllare che fosse
tutto a posto e che non avevo dimenticato nulla, perlustrai l’interno e
con mio stupore vidi la
testa mozzata di Roberto urlai ma dalla mia bocca non usci alcun suono
ero inpreda al panico, mi macchiai le mani di sangue e nei suoi capelli
era appoggiato un fiocchetto rosso.
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