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Triste storia di Gentile Budrioli, ulteriore dimostrazione del bigottismo e della arretratezza mentale della chiesa e della relativa non accettazione e quindi del rifiuto di ammettere i meriti e le capacità di una donna troppo libera e quindi considerata scomoda e pericolosa.
Lei era Gentile Budrioli vissuta nella Bolognana del XV secolo. Era un'astrologa e un'abile erborista curatrice, un mestiere che in quei tempi lontani era riservato esclusivamente agli uomini e che fu la causa della sua terribile fine. Gentile era molto abile nel curare le persone usando le erbe e divenne famosa per le sue capacità.
La famiglia di Gentile era assai benestante e, come di consuetudine ai tempi, fece un buon matrimonio ed andò in sposa ad un ricco notaio. Dall'unione ebbe in tutto 7 figli ma non abbandonò mai lo studio di quelle scienze che tanto l'appassionavano. In uno scritto del 1596 e stampato successivamente nel 1657, si legge di Gentile Budrioli reoconfessa di aver ammaliato e causato la morte di diverse persone oltre che aver attentato alla vita del consorte.
Ella era accusata di avere al suo comando 72 diavoli e di aver venduto l'anima e il corpo a Satana in cambio di fama e ricchezze attraverso l'arte di guarire con le erbe e di saper ammaliare le persone. La chiamarono la “grande incantatrice” che rendeva omaggio al demonio davanti all'altare di San Michele nella chiesa della città.
Spesso andava al cimitero di notte, nuda, per scoperchiare le tombe dove prelevava dei teschi utili alle sue pratiche nefande... A seguito di atroci torture Gentile confessò tutto questo ma solo per fermare la mano del boia e anche se tutti i reati che le venivano imputati erano grotteschi e campati in aria. Pare che ella esclamò come da verbali del processo:
«Oh, per carità, toglietemi a queste pene d'inferno... dirò, dirò tutto... che vi ho fatto io, perché mi straziate così? Non vi basta, o Signori? Lasciate che i' possa ancora una volta abbracciare i miei poveri figli ... e mio marito un'ultima volta, e poi... uccidetemi».

La mattina del 14 luglio 1498 Gentile fu condannata a morte e condotta in catene nella piazza di fronte alla casa dove abitava e bruciata viva sul rogo come da sentenza del tribunale. Pare che furono gettate delle cose scoppiettanti nel fuoco della pira come ad indicare che il diavolo era intervenuto ad assistere allo strazio,
come monito e con lo scopo di impressionare i paesani sprovveduti e intimoriti che assistevano alla atroce morte della donna...
Una sceneggiata meschina veramente degna della chiesa.
Le ceneri di Gentile furono poi disperse al vento.





gentile budrioli




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