Eppure nello stesso anno Saunière
regalò all'abate Grassaud, curato d’Amélie les Bains, un calice in
argento dorato, sul quale vi era inciso:"ECCE PANIS ANGELORUM FACTUS
CIBUS VIATORUM". Alla base
c'erano i simboli dei quattro Evangelisti e più sopra Gesù, S. Giuseppe
ed un'altra immagine femminile non ben indentificata, forse una santa.
I lavori all'interno della chiesa continuavano e con essi le sorprese.
L'altare era costituito da una lastra di marmo posta tra due colonne e
in una di queste colonne vennero rinvenuti dei manoscritti e dei
documenti tra cui l'albero genealogico di Dagobert II dal 681 al 1244 e
dal 1200 al 1644 con allegato il testamento redatto nel 1644 da
François Pierre, barone d'Hautpoul, marchese di Blacheford e signore di
Rennes-le-Château. Nel testamento si parlava di un segreto di Stato.
Vennero ritrovati anche dei testi codificati dei Vangeli (il vangelo di
San Giovanni dove è indicato che Gesù si reca a Betania da Lazzaro e
Maria gli unge i piedi con l'unguento e glieli asciuga con i capelli
(XII, 1-11) ed alcuni versetti, quelli dove Gesù rispose ai Farisei che
gli avevano fatto presente che i suoi discepoli stavano cogliendo
spighe di sabato perché avevano fame: "...il Figlio dell'uomo è signore
del sabato" (Luca VI, 1-5; Matteo XII, 1-8 e Marco II, 23-28). Su
questa colonna visigota, nella quale furono trovati tali documenti,
Saunière fece incidere "PENITENCE-PENITENCE" e "MISSION 1891" e sopra
di essa collocò una statua della Madonna di Lourdes.
Il giorno dopo il rinvenimento dei manoscritti fu sollevata, davanti
all'altare, una lastra di pietra e si capì subito che era stata posta
al contrario, con la faccia rivolta verso il basso. Saunière la fece
rivoltare e si accorse che la lastra era composta da due pannelli
scolpiti, su uno vi era un personaggio a cavallo che suonava un corno,
sull'altro invece vi era un cavallo condotto da due cavalieri. Forse
un riferimento ai cavalieri Templari. Sotto la lapide l'ingresso della
tomba della famiglia d'Hautpoul. Saunière trovò in questa cripta la
vera tomba della marchesa d'Hautpoul, Marie de Nègri d'Ablès, che in
punto di morte aveva rilasciato all'allora curato di Rennes-Le-Château,
Antoine Bigou, in confessione, un segreto di famiglia, che doveva
essere tramandato. La marchesa era morta il 17 gennaio 1781 ed il
curato Bigou aveva collocare sulla sua tomba, dieci anni dopo nel 1791,
una lapide proveniente da un'altra tomba che si trovava ad Arques.
Probabilmente fu questo che fece capire a Saunière che nella tomba
della marchesa, che si trovava nel cimitero, non si trovavano in realtà
i resti della marchesa stessa ma che molto probabilmente in quella
fossa era stato sepolto qualcos'altro. Questa lastra era stata posata
da Bigou nel 1791 e trovata poi da Saunière dopo il 1885 durante i
lavori di ristrutturazione; però nel libro "Le pietre incise della
Linguadoca" di Eugene Stublein, pubblicato nel 1884, quella pietra era
già stata descritta. Nello stesso libro veniva indicata anche la lapide
della Marchesa d'Hautpoul-Blanchefort. Come poteva Stublein, nel 1884,
conoscere la lapide dei Cavalieri, se Bigou, nel 1781, l'aveva fatta
collocare con le figure scolpite rivolte verso il pavimento e Saunière
l'aveva rinvenuta solo dopo il 1885 durante i lavori di restauro della
chiesa? E quale era la fonte da cui Stublein aveva tratto le
informazioni per il suo libro?
L'ipotesi mossa fu che si trattava di una fonte certamente antecedente
al 1781 e che chi l'aveva riportata doveva di sicuro aver visto la
lapide e quindi la tomba di Sigibert IV. (La pietra tombale di SIGIBERT
IV si trovava nella chiesa Santa Maddalena di RENNES-LE-CHÂTEAU e oggi
è al museo delle lapidi di CARCASSONNE). A questo punto Saunière
sospese i lavori. Saunière incontra il curato Gélis, l'abate Carrière e
l'abate Cros e riceve la visita di alcuni confratelli. Successivamente
Saunière si recò da Mons. Felix Billard, vescovo di Carcassonne. Allo
stesso riferì della scoperta. Glielo riferì non solo perchè era un suo
superiore, ma soprattutto perchè Billard faceva parte di un famoso
Ordine, che si perdeva nella notte dei tempi, e al quale entrambi
appartenevano. Il vescovo lo autorizzò, allora, ad andare a Parigi per
far decifrare i manoscritti dagli esperti ecclesiastici. Saunière
rimase in quella città tre settimane, invece dei 5 giorni autorizzati.
Egli si recò direttamente al S. Sulpice dove era direttore l'abate
Biel. Qui conobbe il giovane Emile Hoffet che lo introdusse in circoli
culturali ed artistici. Saunière, quando partì per Parigi, sapeva a chi
rivolgersi; era stato indirizzato da persone fidate a cui poteva
affidare le pergamene o copie delle stesse; non lo avrebbe mai fatto se
non fosse stato sicuro dei suoi interlocutori visto il valore delle
pergamene che aveva dissepolto dalla chiesa.
Anche il giovane Emile Hoffet era una persona di fiducia, forse faceva
parte dello stesso Ordine di Billard. I manoscritti vennero decifrati.
Una copia degli stessi e dell'albero genealogico rimasero ad Hoffet. La
biblioteca dell'abate Hoffet, alla sua morte, fu acquistata dalla
"Lingue de la Librairie ancienne". E da quel momento il parroco iniziò
ad arricchirsi oltre ogni immaginazione. Saunière a Parigi acquistò
anche delle riproduzioni di quadri: la tentazione di S.Antonio di
Teniers, i pastori d'Arcadia di Nicola Poussin (3 pastori ed una
pastorella che osservano una tomba con su inciso: "ET IN ARCADIA EGO)
tela realizzata intorno al 1640; il sarcofago esisteva veramente a poca
distanza da Rennes-le-Chateau, e sebbene, in teoria, Poussin non si
fosse mai recato da quelle parti, anche il paesaggio dello sfondo del
quadro sembrava coincidere con quello reale ed un ritratto di Papa
Celestino V. Saunière, prima di rientrare a Rennes, informò anche il
suo vescovo della evoluzione delle cose e poi fece riprendere i lavori
con grande spiegamento di mezzi, il denaro cominciò a scorrere a fiumi:
il sacerdote sembrava possederne in quantità illimitata.
Cominciò a
compiere lunghe esplorazioni nei luoghi circostanti si incontrò con la
famiglia di Marie Dénarnaud, che diventò la sua governante. Chiese ed
ottenne dal comune di utilizzare un terreno di fronte la chiesa, dove
fece realizzare una grotta nella quale costruì un calvario. Saunière vi
fece incidere la seguente iscrizione: "Chistus A.O.M.P.S. Defendit". Su
questa iscrizione sono state fatte tante ipotesi. Alcuni leggono:
"CHRISTUS ANTIQUUS ORDO MYSTICUSQUE PRIORATUS SIONUS DEFENDIT" (Che
Cristo difenda l'antico ordine mistico del Priorato di Sion). Altri
invece sostengono che è una invocazione rivolta a Dio affinché protegga
tutti gli uomini: "CRISTUS AB OMNI MALO POPULUM SUUM DEFENDIT" (che
Cristo difenda il suo popolo da ogni male). Quell' invocazione era
composta da sole lettere perchè nessuno doveva sapere, solo lui e pochi
altri, quale fosse il suo vero significato. Saunière fece anche
costruire davanti al cimitero una porta, sulla quale fece mettere un
teschio con 22 denti ed ossa in metallo incrociate, simbolo templare,
ed una struttura che gli abitanti chiamavano "biblioteca" che fu però
distrutta da un incendio il 14.7.1895.
Per qualche tempo
Saunière abitò in questa struttura e di notte faceva scavi nel
cimitero. A tal proposito, Marie Dénarnaud ebbe a dichiarare che erano
stati sorpresi mentre stavano aprendo una tomba. Il Municipio protestò
per quello che stava Saunière stava facendo. Nel cimitero Saunière
trovò la tomba della contessa d'Hautpol-Blanchefort. Aveva letto quello
che c'era sulla lapide e lo aveva cancellato. Non sapeva che quella
iscrizione qualcuno l'aveva già copiata. Sulla lapide, figura l'anno di
morte in lettere romane, ma al posto della seconda "C" viene incisa una
"O" (MDC O LXXI invece di MDCCLXXI). Marie Dénarnaud dichiarò
successivamente che avevano aperto una tomba senza però chiarirne lo
scopo e senza rivelare che cosa facessero nel cimitero oltre a leggere
le iscrizioni sulle tombe. Il 6 luglio del 1897 la chiesa, sulla cui
facciata, Saunière aveva fatto incidere: "Questo è un luogo terribile",
viene inaugurata e per due anni Saunière si assenterà spesso ed in modo
sistematico da Rennes-Le-Château. Ricevette per due volte la visita di
Jean-Stephane d'Hasbourg, che gli abitanti di Rennes conoscevano come
signor Guillame.
Jean-Stephane d'Hasbourg era il tramite
di qualche misterioso personaggio che aveva molto interesse alle
ricerche di Saunière. Insieme avevano aperto dei conti in una banca
svizzera. E se Jean-Stephane d'Hasbourg conosceva l'esistenza dei
documenti e di un "segreto", certamente anche lui faceva parte di
quell'Ordine a cui apparteneva il vescovo Billard e lo stesso Saunière
che nel 1900 acquistò 6 terreni e li intestò a Marie Dénarnaud. Costruì
inoltre la Villa Betania, che, dopo la sua morte, sarebbe dovuta
diventare casa di riposo per i preti della diocesi. All'interno fece
costruire una cappella personale, per avere la possibilità di dire
messa. All'ingresso principale troneggia una statua del Cristo, al di
sopra la scritta "Villa Bethanie". Fu costruita una cisterna che
alimentava una fontana a beneficio della popolazione. Fece costruire
una strada di collegamento per Rennes ma, soprattutto, si dedicò
all'edificazione della Torre Magdala. L'aveva ideata per ospitare il
suo studio e la biblioteca, aveva curato i lavori nei minimi
particolari e qui iniziò una a collezionare francobolli e cartoline. All'ingresso della torre
era stata posta la scritta "Magdala", ma la "M" somiglia ad una "Omega"
capovolta; nelle iscrizioni di Saunière si troveranno spesso lettere
capovolte.
I lavori alla torre durarono 8 anni. Molte personalità andarono a
trovare Saunière; fra queste anche un massone, Henri Charles Etienne
Dujardin-Beaumetz, della loggia "La Clémente Amitié". E' probabile che
Saunière fosse stato iniziato in quella Loggia. Furono svolte delle
indagini su di lui e sul suo operato per scoprire da dove arrivasse
tanto denaro visto che Saunière, quando si era insediato al villaggio,
era così povero da non avere nemmeno il denaro per andare avanti. Nel
1911 il vescovo, successore di Billard, non trovando altra motivazione,
accusò Saunière di traffico di messe e lo sospese. Saunière fece
appello a Roma e venne difeso dal canonico Huguet. Riabilitato, l'11
aprile 1915 viene definitivamente sospeso, in quanto continuava a
rifiutarsi di dare spiegazioni persino a Roma. Gli fecero sapere che
sarebbero stati clementi con lui, se avesse fatto ammenda e spiegato
tutto, ma Saunière non lo fece mai. Il 5 gennaio 1917 decise di
iniziare un'altra costruzione: una torre di 60 metri. Un preventivo è
datato 12 gennaio 1917.
Lo stesso giorno ebbe un malore mentre si trovava nella Torre Magdala.
Ebbe paura. Il 17 gennaio 1917 fece chiamare l'abate Riviere per
confessarsi. La confessione durò molto però non ricevette l'assoluzione.
Saunière non aveva realmente avuto
l'intenzione di confessarsi ma bensì voleva trasferire il suo segreto.
Ma Riviere non capì o non volle capire. Saunière morirà, per una
emorragia cerebrale, il 22.1.1917. Sulla sua tomba è riportata la
scritta INRI (Gesù Nazzareno re dei Giudei); anche in questo caso vi è
una lettera capovolta: la "N". Ma mentre la "M" di Madgala era stata
fatta scrivere da Saunière, qualcun altro diede ordine di incidere la
"N" in quel modo sulla sua tomba. Messaggio o errore? La "N" che vuol
dire Nazareth, al rovescio è da interpretare come Hterazan, che in
ebraico significa "HA TE RATZ AN" (dove è la misteriosa camera?).
Quindi il Gesù Nazareno re dei Giudei diventerebbe: "Io so dove è la
camera misteriosa del Re dei Giudei". Marie Denardaud era forse l'unica
che fosse a conoscenza del segreto del parroco. In vecchiaia fù
assistita da un certo Noel Corbu al quale ella promise che, prima di
morire, gli avrebbe rivelato cose che lo avrebbero fatto diventare
ricchissimo e molto potente. Nel 1953
Marie Denardaud ebbe un ictus che le fece perdere la parola e le
paralizzò entrambe le braccia. Corbù, anche se aveva fatto in tempo ad
ascoltare quel segreto, non ebbe modo di sfruttarlo poiché, poco dopo
la morte della Denardaud, anche egli perì tragicamente in un terribile
incidente d’auto. Un velo nero di morte si stese così sul "segreto".
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