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SUCCUBI E INCUBI
Chiamati anche "demoni sessuali"


La letteratura Medievale afferma che le SUCCUBI e gli INCUBI sono demoni dall'aspetto maschile o femminile che si impongono presso gli esseri umani come amanti. Il loro scopo è quello di assorbire energia dai malcapitati durante un amplesso e per cibarsene poi, a volte, sino alla morte.
In altri casi spingono le vittime verso la lussuria più sfrenata e il peccato. Le persone prese di mira un tempo erano considerate indemoniate. Gli Incubi fanno visita alle donne e le Succubi agli uomini ed entrambi giacciono sessualmente con loro sino allo sfinimento. In epoche lontane le persone erano represse dalla chiesa ed è a queste figure demoniache che venivano imputati certi comportamenti e istinti sessuali. Si credeva che le Succubi, durante questi amplessi bestiali, succhiassero il seme degli uomini per poter fecondare altre donne e in tal modo dare vita ad una nuova progenie di creature a metà tra l'umano e il demoniaco.
Si diceva infatti che tali esseri fossero sterili per loro natura e che avessero un estremo bisogno del seme di un uomo per potersi riprodurre e per continuare a tormentare l'umanità.
succubus



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succubus titolo
incubus
"Noi diciamo pertanto tre cose: in primo luogo che questi diavoli commettono sconcissimi atti venerei non per godimento, ma per infettare l’anima e il corpo di coloro dei quali sono succubi o incubi; in secondo luogo che, con un atto simile, ci può essere una completa concezione o generazione da parte delle donne, perché i diavoli possono portare il seme umano nel luogo conveniente del ventre della donna e accanto alla materia qui predisposta e adatta al seme. (...) In terzo luogo, nella generazione di siffatte cose ciò che avviene attribuito ai diavoli è solo il moto locale e non la stessa generazione, il cui principio non è una della capacità del diavolo o del corpo da lui assunto ma di colui al quale appartenne il seme, per cui chi è generato non è figlio del diavolo ma di un uomo. "

Tratto dal Malleus Maleficarum
di J.Sprengher e H.Kramer



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